Se volete provare un Cosmopolitan nella versione classica del 1934 o un Gimlet con la ricetta originale del 1928, il posto ideale è lo Stollen 1930, nel Tirolo Austriaco.
Nel Gin bar da Guinness, sono raccolte più di ottocento bottiglie diverse di Gin, provenienti da quasi tutte le parti del mondo. Il locale è stato fondato da due amici, Richard Hirschhuber e Martin Gasteiger, che cercando un’alternativa all’offerta dell’aperitivo,secondo loro troppo focalizzata sul Whisky e gli alcolici tradizionali, riescono a realizzare il loro sogno.
Una grande sfida per i due cacciatori di Gin (si definiscono così, che, in una località così piccola e relativamente poco conosciuta, a settembre 2014 hanno già collezionato cinquecento bottiglie, battendo il record mondiale ed entrando di diritto nel Guinness dei record.

L’interno è molto particolare, è una caverna scavata a mano dentro la montagna, ai piedi di una fortezza, che prima fungeva da deposito per la birra, le luci soffuse e alle pareti, appese a dei ganci di ferro, con tutte le bottiglie. Il bancone è un grande ferro di cavallo, anch’esso invaso dalle bottiglie, e, verso l’ingresso, ancora bottiglie, protette da piccole grate. La collezione proviene da quasi tutto il mondo, spesso i clienti abituali portano dai loro viaggi questa bevanda: gli ultimi arrivati dal Vietnam, dal Messico e dalla costa britannica sono un pregiato Mezcal Gin e il Corio Gin, dal tipico gusto di brezza marina.
Leggendo la carta dell’aperitivo si può scegliere, fra i classici, un Cosmopolitan 1934 dove al posto della vodka si aggiunge Gin Dry, insieme al Cointreau, allo sciroppo di lampone e al succo di limone spremuto, un Gin Fizz, un Tom Collins a base di Old Tom Gin, dal gusto più dolce, o un Gimlet, la cui ricetta del 1928 recita: “Gin, a spot of lime and soda”. “I bartender in questo locale sono come dei farmacisti”, spiega Richard, “sempre alla ricerca di nuove proposte di drink con cui stupire i clienti. I più interessanti sono i liquori self made: Hot&Dry, Lemongrass, e il classico invecchiato nelle botti di quercia. La nuova tendenza è di far invecchiare il Negroni nelle stesse botti in cui viene invecchiato il liquore”. Il prossimo traguardo per i proprietari è raggiungere, in un paio d’anni, le mille etichette.

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